SVEZZAMENTO: QUALI CIBI EVITARE

Negli ultimi tempi in tema di svezzamento sono nati nuovi “modelli” che hanno permesso alle famiglie di personalizzare e adattare su di sé questa importante fase di passaggio da un’alimentazione a base di latte ad un’ alimentazione complementare.
Spesso però questi modelli creano molta confusione nel genitore che si trova di fronte a dover scegliere se far provare fin da subito tutti gli alimenti senza limiti oppure introdurli seguendo un “crono-inserimento” .
In ogni caso il primo passo come genitori è assicurarsi di avere delle buone abitudini alimentari e  conoscenze di base di alimentazione; in caso contrario informarsi o meglio ancora chiedere aiuto ad un professionista della nutrizione.
Che scegliate uno svezzamento classico, divezzamento, autosvezzamento, alimentazione complementare a richiesta, BLW, BLISS, svezzamento naturale ecc.. ci sono alcuni cibi che da linee guida vanno assolutamente vietati fino ad una certa età.
In realtà vedrete che non sono molto pochi:
ZUCCHERO : va evitato fino ai 2 anni e usato con moderazione anche dopo. Ricordo che alle mie bambine non ho mai dato una fetta di torta fino ai 2 anni, sembra davvero tanto ma loro non lo chiedevano non conoscendone il sapore. Un bambino piccolo non sa cosa siano merendine e biscotti, offrirli è un desiderio del genitori o di chi lo accudisce, non suo. Dopo i due anni i bambini iniziano a partecipare più attivamente ad occasioni di socialità e ad assaggiare i dolci e le occasioni non mancheranno.
Attenzione anche alle etichette, molti baby food e non contengono zuccheri aggiunti (biscotti, yogurt alla frutta, budini, cereali da colazione, fette biscottate).
Gli zuccheri favoriscono l’obesità e la carie, alterano il sapore degli alimenti abituando il bambino ad un gusto troppo dolce artificiale e saziano il bambino senza apportare nutrienti utili (calorie vuote). Pertanto vanno offerti con moderazione una volta superati i due anni.
SALE: L’OMS raccomanda di non aggiungerlo alle pappe fino ai 2 anni. Se avete scelto l’autosvezzamento sarà un po ‘ più difficile aspettare tale data, ma comunque potete preparare le pietanze senza sale e aggiungerlo poi al vostro piatto. I bambini non sentono la necessità di un cibo più saporito prima di provarlo.
MIELE: da evitare fino ai 12 mesi per il rischio di botulino (Clostridium Botulinum), basta una quantità minima per scatenare la malattia. Nell’intestino immaturo del bambino le spore di botulino possono trovare un ambiente favorevole per dischiudersi e iniziare a produrre la tossina botulinica.
FUNGHI: per il ministero della salute si sconsiglia il consumo di funghi sia coltivati che raccolti fino ai 12 anni. Anche piccole quantità che per l’adulto risultano innocue possono essere dannose per un sistema enzimatico immaturo come quello del bambino.
LATTE VACCINO: le linee guida (American Accademy of Pediatrics, il Ministero della Salute e la Società Italiana di Pediatria) ne sconsigliano l’uso fino ai 12 mesi perché troppo ricco di proteine e povero di ferro, inoltre l’intestino del bambino è ancora immaturo per poterlo digerire. È in ogni caso sconsigliato usarlo come sostituto del latte materno o formulato anche dopo l’anno di vita. Dopo i tre anni se ancora il bambino è abituato a bere latte potrebbe essere offerto, ma consiglio sempre di utilizzarne con frequenza plurisettimanale, non quotidiana, e in alternativa ad altri alimenti.
ALIMENTI INDUSTRIALI: sono sempre sconsigliati perché contengono molti additivi, zucchero, sale, ingredienti di bassa qualità con uno scarso valore nutrizionale.
FRITTO: e soffritti, sono difficili da digerire per un bambino e vanno evitati. Dai 3 anni si può iniziare a preparare un soffritto leggero fatto con olio e acqua, cucinato a fiamma bassa.
Tutto il resto quindi può essere sperimentato dal bambino e può essere provato senza dover per forza seguire schemi prestabiliti.
Non resta quindi che far assaggiare ai vostri bimbi gli alimenti usando il buon senso : cucinare in modo sano, cibi freschi e di stagione, possibilmente biologici o a kmO evitando i prodotti industriali, raffinati e la maggior parte del baby food.
L’alimentazione dei genitori dovrà essere sana e corretta , a maggior ragione se optate per l’autosvezzamento; bisognerà quindi adattarsi alle esigenze del bambino.
E per quanto riguarda il rischio di allergie?
Oggi la letteratura scientifica ha fatto chiarezza e raccomanda di non evitare né ritardare l’introduzione di alimenti allergizzanti.
È consigliato in ogni caso quando si introduce un noto alimento allergizzante come ad esempio la frutta a guscio non farlo in concomitanza di un altro alimento allergizzante. Pertanto meglio optare per uno svezzamento lento introducendo una modifica alla volta nell’alimentazione del bambino e testare il nuovo alimento per almeno tre giorni.